ARTICOLO 1


Cari lettori,
penso che uno dei temi più “scottanti” che la classe politica dovrebbe affrontare seriamente (anche solo come un buon proposito per il nuovo anno,ndr) sia quello della disoccupazione.
Nel nostro paese il tasso di disoccupazione tocca livelli vertiginosi, e, laddove qualcuno si trovasse a lavorare deve spostarsi fuori o ha attività in proprio.
Il paese è quasi totalmente popolato da impiegati della comunità montana (entrati probabilmente negli anni in cui la politica “faceva molto” per i cittadini, ndr), o di ragazzi che lavorano saltuariamente nelle poche proposte che offre il privato.
Per non parlare di tutti quelli che son dovuti emigrare al nord Italia, in Svizzera o negli Stati Uniti (non solo negli anni ’50, ma di recente anche, ndr) per assicurarsi un posto di lavoro stabile e per mantenere la propria famiglia (alcuni di loro so che seguono il nostro blog assiduamente, colgo l’occasione per salutarli calorosamente e per fargli sapere che godono della nostra più totale ammirazione).
Ed almeno alcuni qualcosa lo riescono a fare, ma il resto delle persone è “COMPLETAMENTE A SPASSO”!!!
Certo, c’è da dire che la nostra non è una realtà industriale come ad esempio è Ailano, ma io non faccio riferimento agli sbocchi lavorativi che possono offrire i privati, ma alle iniziative e l’impegno concreto messo in campo dalle forze politiche.
E’da sempre che ci sentiamo ripetere che il lavoro non può certo darcelo il comune.
Ed è vero, detto così concordo pienamente, in quanto io non sto cercando di dire che il politico di turno debba dare il “solito aiutino “(Italian Style, ndr) a un suo “protetto” e quindi piazzarlo nella pubblica amministrazione.
Io sto parlando della promessa (non quelle fatte probabilmente sotto banco a “pochi eletti”, ndr) che il sindaco e l’amministrazione comunale hanno fatto durante la prima (maggio 2003) e la seconda (aprile 2008) campagna elettorale, cioè di impegnarsi nella lotta alla disoccupazione.
Caro sindaco,
dove sta il tanto decantato impegno verso la risoluzione della disoccupazione giovanile?
Non era un caposaldo della “Vostra” campagna elettorale?

Leggevo un articolo sul “Corriere della sera Magazine” dove si metteva in evidenza l’impegno concreto che alcuni comuni italiani stanno mettendo in campo per tentare di arginare la disoccupazioni.
Una delle prime azioni svolte da questi comuni è quella della creazione di piccole cooperative di lavoro assemblate e coordinate dalla pubblica amministrazione e dove possono trovare sbocco occupazionale molte persone senza lavoro.
Non si potrebbe seguire tale esempio?
Intanto cari lettori,
su questo tema darò battaglia, e a breve pubblicheremo un’ intervista che io e il mio “socio” intendiamo fare a un docente Universitario di economia politica, per tentare di dare risposta e di vedere meglio e soprattutto di capire quali sono le defezioni e le cause dello stato in cui versa il nostro comune e la nostra terra in generale, e sul perché nelle nostre zone c’è un tasso di disoccupazione così alto e su cosa si potrebbe fare concretamente per tentare almeno in parte di arginare un problema così grave come la mancanza di lavoro.

Vi saluto ironicamente con un buon lavoro a tutti.


Antonello Gimmi

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