I TERRONI ALL'OLMO 2010


Un'altra splendida cornice di pubblico ha accolto, ieri sera, la settima edizione del Premio Olmo presso l'auditorium Gaudium et spes a Raviscanina. Tema dominante, quest'anno, è stato il Mezzogiorno, questione spigolosa ma attuale, anche per via delle tante, troppe strumentalizzazioni politiche che riesce ad attrarre.

Tra le tammurriate e il teatro classico napoletano della compagnia "Ketty Di Caprio"-che fanno da corollario all'evento- i riconoscimenti più prestigiosi vanno alla città di Caiazzo, che, rappresentata dal primo cittadino Stefano Giaquinto, riceve il premio "città della cultura", raccogliendo il testimone ideale da San Potito Sannitico, città vincitrice, lo scorso anno, del medesimo riconoscimento; il premio "Leggendo leggendo" va invece alla scrittice telesina Maria Pia Selvaggio che convince la fondazione prima, e la platea poi, con la presentazione del romanzo Lei si chiama Anna, che vede come personaggio principale Anna Fallarono di Amorosi e la sua relazione controversa con Camillo Casati Stampa di Soncino. Ancora premi all' Utic di Piedimonte Matese ("Sanità efficiente"), alla Banca Capasso Antonio per l'imprenditoria, alla Capriatese Calcio (sport), alla prof.ssa Lina Iannitti (scuola), a Sergio Scapagnini (cinema) e alla Musical Ailano (musica).

Tra i momenti più intensi della lunga serata va segnalato l'intervento di Carlo Pascarella, giornalista minacciato dalla camorra: in sala viene fatta ascoltare la telefonata agghiacciante che Pascarella ricevette, in seguito a un suo articolo pubblicato sul Corriere di Caserta, da parte di Michele Zagaria e Antonio Iovine, risalente al 2009. Carlo ha raccontato come , da allora, la sua vita sia cambiata e quanto sia importante l'impegno di tutti nella lotta alle mafie e all'omertà che le proteggono.

Infine il clou della serata, con l'assegnazione (finalmente!) del "Premio Olmo 2010". Tributo che va allo scrittore Pino Aprile, che con il suo best seller Terroni (100mila copie vendute) sta raccogliendo un enorme successo, da mesi, in tutta Italia. Il libro parla di sud, di appartenenza a questa meravigliosa terra che però, molto spesso, diventa anche oggetto di contestazione e discriminazione sociale. Essere meridionale significa, in certe aree della penisola, essere un "diverso", essere "peggiore". Sembra quasi un handicap da doversi scrollare di dosso. Un handicap fomentato dall'ignoranza di quella parte del paese che crede di poter nascondere il nero della propria coscienza con il verde della propria camicia.

GioV.

GIORNI DI GLORIA



Cari lettori,

scusate la mia breve assenza, ho avuto problemi con la linea internet e sono stato quindi impossibilitato a scrivere qualcosa. Ma per fortuna sono tornato, e spero di rendere, nel mio possibile, alcune notizie utili a quanti ci seguono.

In questo periodo le cose continuano ad andare come le avevamo lasciate, e mi riferisco ai tre grandi problemi che a quanto pare non trovano spazio nella “piena” agenda del sindaco, cioè il problema della discarica abusiva, il problema della farmacia e quello della biblioteca comunale.

Ma siccome pochi giorni fa, l’amministrazione dopo sette anni forse ne ha azzeccata una, posticipo la trattazione dei suddetti problemi ai successivi interventi.

Naturalmente, cari lettori, non vi allarmate!, non è che ne hanno “azzeccata” una politicamente, badate bene, per quello mi sa che c’è ancora da attendere.

Però, venerdì cinque novembre, è stata inaugurata la ristrutturata scuola media di località case albanesi in nome del celebre magistrato antimafia Giovanni Falcone.

Non solo, alla cerimonia di inaugurazione è stata invitata la sorella del magistrato stesso.

Purtroppo non ero presente alla manifestazione, anche se avrei tanto voluto esserci: a quanto appreso da alcuni presenti è stata una bella cerimonia, dove si sono avuti anche momenti toccanti nel ricordare la tragedia che ha colpito il magistrato e la sua famiglia.

Quindi mi complimento con l’amministrazione per tale iniziativa. La memoria storica, l’informazione, e il ricordo di chi ha pagato anche con la vita per quello che ha reso all’Italia penso che ci accomuna tutti in un unico sentimento di ringraziamento e di ammirazione.

Restando in tema di cerimonie ed iniziative, qualche settimana prima, la pro-loco Rupecanina ha organizzato un evento culturale, che a me a lasciato un po’ perplesso. Questo è quanto recitava la locandina dell’evento : “consegna delle onorificenze cittadine a illustri concittadini”.

Visto che l’evento era pubblico ed il video della serata è anche disponibile sul sito della pro-loco stessa, credo di essere autorizzato a fare i nomi dei premiati, che sono l’avv. Eugenio Ameglio e il dott. Ercole De Cesare.

Anche a questa serata non ero presente, con minore rammarico rispetto all’altro evento. Premettendo di non conoscere le motivazioni di tali premazioni, sicuramente condivisibili in quanto siamo di fronte a due indubbi professionisti, a me, nonostante tutto, è sorto un dubbio...

Non è che uno dei due, nonostante e ripeto la sua onorabilissima carriera professionale e di amante della cultura in tutti gli ambiti, abbia ricevuto il premio per “altre motivazioni”, per esempio solo per il fatto di essere il “deus ex machina” degli apparati di potere monotematici che da quarant’anni a questa parte si susseguono in Raviscanina? In questo caso sarebbe una sorta di auto-premiazione, auto–celebrazione della parte politica vicina all’amministrazione Masiello. Oppure, procedendo sempre per ipotesi, potrebbe essere una mossa del gran capo della pro-loco per accattivarsi la simpatia del “deus ex machina”, in vista della non lontana e insidiosa campagna elettorale? Per la serie “meglio portarsi avanti col lavoro onde evitare di essere trombati...”. Rischio che c’è, ed è grande. E il capoproloco lo sa.

Usiamo i condizionali d’obbligo perché, purtroppo, prove non ne abbiamo. Ma il buon Pasolini affermava che si può essere certi di un fatto anche senza avere prove certe. Io so, ma non ho le prove. Ma so. Appunto.


Antonello Gimmi