IL TEATRO DELL'ASSURDO


In merito alle polemiche - e accuse - che hanno coinvolto il nostro blog successivamente all'articolo di Antonello, sento anche io di muovere qualche considerazione.

Dunque, chi ci ha accusato sostiene che "saremmo indecorosi e scandalosi perché se anche Celestino V non fosse nato a Raviscanina, a noi converrebbe sostenerlo per offrire maggiore visibilità al paese".
A questo punto, pur rispettando come sempre l'opinione di tutti, ritengo questa assolutamente incondivisibile, nonché pericolosa. Un non-senso a caratteri cubitali.

Roba già sentita, comunque. Questo tipo di critica mi riporta indietro di un paio di anni, quando cioé Striscia la Notizia si occupò della questione rifiuti nel nostro paese, uno scandalo immane. Anche allora, infatti, la solita truppa di trombettieri devoti al capo si scagliò contro chi aveva osato avvertire Striscia la Notizia, colpevole quindi di causare un forte danno di immagine a Raviscanina.

Ora chiedo a questi signori: vi è mai passato per la mente che i danni di immagine al nostro paese li crei chi, da vent'anni, ci riempie di bugie e nefandezze? Come fa a crearli chi, semplicemente, fa notare la verità?

E la verità, in questo caso, è che nonostante le tanto decantate ricerche storiche di cui si conoscono a malapena solo i nomi degli artefici, è impossibile affermare che Celestino V sia nato a Raviscanina, perché nessuna fonte storica, ad oggi, è in grado di stabilirne il luogo di nascita.
E, per di più, il Castrum Sancti Angeli, tra i maggiori indiziati luoghi di nascita del papa - nominato in molte fonti storiche - non è il castello medioevale di Sant'Angelo d'Alife bensì il monastero di Santa Maria in Faifolis, nei pressi del comune di Sant'Angelo Limosano*.

Questi i fatti. Se poi, per i soliti trombettieri devoti al sindaco, sottolineare dati così evidenti significa macchiarsi di infamia, non possiamo farci niente.

Perché, secondo me, l'immagine di un paese si cura in un altro modo, garantendo cioè la trasparenza nell'amministrazione, una diversa gestione dei soldi delle nostre tasse, la garanzia dei servizi base che, in questo paese, ci vengono costantemente negati, e magari valorizzando le tante risorse che il nostro paese offre realmente, senza millantare nascite di papi che, con noi, non c'entrano niente.

Chissà cosa penserebbe l'umilissimo e devotissimo Pietro da Morrone se fosse a conoscenza della montagna di soldi spesi per la sua (finta) venerazione in un comune senza farmacia, che non si occupa quindi della salute dei suoi cittadini. Chissà cosa penserebbe Celestino se chi si batte per garantire un minimo di verità a Raviscanina fosse accusato di infamia.

Mi piace pensare che Celestino, davanti a questi teatrini dell'assurdo, ricorrerebbe alle stesse parole adoperate in quel famoso 13 dicembre 1294:
"Io, Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe [di questa plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente".


Giovanni De Cristofano


* Stefano di Lecce, celestiniano e professore di sacra teologia, tra il 1471 e il 1474 scriveva: "Pietro di Castel Sant'Angelo, comitatus Molisii, prope Limosanum [...]. Il primo di questi fu un certo cenobio, nel quale lui stesso ricevette l'abito monastico, che si chiamava Santa Maria in Fayfolis, vicino al castello di Sant'Angelo, di dove lui stesso era originario".

CHE FIGURA DI...


Cari lettori,

fino a qualche mese fa avevo la convinzione che la nostra cara Raviscanina, più che l’aver dato i natali a me, al massimo avrebbe potuto dare i natali a persone che si son distinte in campo intellettuale (stimati dottori e avvocati) del canto (Il tenore Mario Lanza ad esempio), e della vita di tutti i giorni (tutte le persone che lavorano duramente per vivere più o meno dignitosamente).

Ma sicuramente, mai avrei potuto immaginare che qui sarebbe nato nientemeno che un Papa.

Certo cari lettori, avete letto bene, un Papa.

Infatti, da qualche mese a questa parte cominciai a sentir dire che alcuni storici, senza precisare chi, come, quando e perché, stessero portando avanti delle ricerche per dimostrare che “Pietro da Morrone”(da Morrone, il nome stesso indica la località della sua nascita, Morrone, provincia di Isernia) passato alla storia col nome di Papa Celestino V, il 192°papa della chiesa di Roma, eletto il 5 luglio 1294 nella Basilica di colle maggiore (Aquila, oggi L’Aquila) e restato in carica fino al 13 dicembre 1294 (anno della sua controversa dimissione) fosse nato proprio qui.

Quando la notizia iniziò a trapelare, decidemmo di chiedere alcune informazioni in merito, contattando la prof.ssa Claudia Vultaggio, ordinaria di Storia Medievale presso la Facoltà di Lettere di Santa Maria Capua Vatere.

La risposta della docente fu che non c’era alcuna possibilità che il papa fosse nato nelle nostre zone, aggiungendo che potevamo avere tutte le informazioni necessarie consultando alcuni volumi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli.

E’ passato qualche mese da allora, e la notizia è diventata quasi una conferma.

A quanto riportato da alcuni giornali, secondo uno studio condotto da alcuni storici di cui non viene pubblicato né il nome né la ricerca che avrebbero condotto, Celestino V sarebbe nato proprio qui nel nostro comune.

Allora, per confermare questa tesi, in perfetto “gotic-style”, tra il 3 e il 6 giugno abbiamo ospitato le “reliquie” del Papa proprio qui nel nostro comune.

A questo punto, l’amministrazione comunale, con la “Pro loco Rupecanina”, anzi, scavalcando la “Pro loco Rupecanina”, ha accentrato a sé (come al solito) i poteri per l'organizzazione dell'evento.

Andiamo per gradi.

1) E’ stata riordinata la facciata del comune con tanto di stemma sul fronte, che a quanto pare sia costata in termini di soldini euro 16.000.

2) E’ stata posta al centro della “neonata” rotonda stradale in località Quattroventi una statua del santo.

3) E’ stato inaugurato un museo presso il vecchio complesso delle scuole medie in via Merlin Scott,

5) Nella giornata di sabato 5 giugno si è tenuto un convegno in Piazza Umberto I dove oltre alle tante autorità presenti sia del mondo della politica che della Chiesa, è intervenuto il Vescovo di Napoli Cardinal Crescenzio Sepe.

Cari lettori,

non posso negare che la partecipazione della popolazione all’evento è stata molto forte e sentita, ma non si possono negare neanche le tante stranezze che sono accadute per la preparazione dell’evento.

Tralasciando il peccato originale della pro loco Rupe che non ha mai reso noti i cartacei degli studi su Celestino (potrebbe essere, come non, un falso storico), ci sarebbero alcune considerazioni da fare sul sindaco, che ancora una volta ha gestito, da solo, tutto l'aspetto economico della vicenda. Il caro sindaco, infatti, ha speso 16.000 euro per rinnovare la facciata del municipio (a Palazzo Reale hanno speso meno...), una cifra imprecisata – ma altissima – per la statua di Celestino ai Quattroventi e promuovendo, sempre a cifre astronomiche, un museo. E qui faccio un piccolo passo indietro. Ai tempi dell’Università, quando seguivo il corso di Museologia con la Proff.ssa Barrella dell’Università di S.Maria Capua Vatere, ricordo che uno degli argomenti fondamentali del corso era quello della nascita selvaggia e senza regole di piccoli musei in ogni paese, anche il paesino più piccolo e dimenticato ne ha uno. Il nostro Paese si distingueva, ancora non avevamo partecipato allo scempio. Naturalmente, non ci siamo fatti attendere.

La nascita di un museo è una cosa seria, ed uno dei motivi per cui il sistema museale italiano è così in crisi è proprio questo, ci sono strutture museali in ogni comune, con costi di gestione e mantenimento e che nessuno visita perché fanno letteralmente schifo.


Questi sono alcuni dei punti poco chiari che han fatto da cornice all’evento. Come prima cosa, siccome la questione è molto seria e controversa, credo che il Sindaco e l’amministrazione comunale debbano indire un consiglio straordinario d’urgenza dove devono spiegare tutto quello che è stato fatto per questa tre giorni di festa, quanto è stato speso, e come intendono muoversi per il futuro. Il Sindaco, che è stato difensore a spada tratta dell’evento deve anche essere al corrente che se nel caso non fosse provata la nascita di San Celestino V qui a Raviscanina dovrebbe solo dimettersi (come fece Celestino, prendi esempio).


Anzi, credo che dovresti iniziare a far dimettere il tuo assessore alla cultura (nomina esterna solo per scopo politico, vergognoso) che sull’evento non ha mosso un dito.


Attendiamo notizie in merito, e concludo riportando un piccolo aneddoto divertente accaduto la sera di sabato quando il Sindaco ha tenuto il discorso di accoglienza al cardinale Crescenzio Sepe.

Il Sindaco, durante il suo intervento, oltre ad aver detto che noi siamo degli umili montanari (e quindi lui sarebbe il capo dei montanari, anche se crede di essere un fine intellettuale) ha tentato di ricordare al Cardinale i precedenti incontri, e del loro presunto incontro in cui il Sindaco probabilmente avrebbe detto al cardinale di venire nel nostro paese.

Il Cardinale prendendo la parola disse:, “Sindaco, le sue sono state delle belle parole, ecc. ecc. ecc. … ma purtroppo, IO NON RICORDO DI UN NOSTRO PRECEDENTE INCONTRO”.

In sostanza, caro sindaco, hai concluso l’iter dei festeggiamenti con una solita, ed immancabile, GRAN FIGURA DI MERDA!!!




Antonello Ordani