INGANNI A PRIMAVERA


Università, brutta cosa: mi ha imprigionato per tre mesi di fila togliendo tempo anche a uno dei piaceri più grandi, cioè riempire le pagine di questo blog. Ma aprile è alle porte e, con esso, anche un breve periodo di tregua scolastica.

Con la fine di questa battuta d'esami e l'avvento della primavera, alberga in me un sentimento d'ottimismo: vorrei scrivere qualche bella storia che ci ha visto coinvolti come comunità, mi accontenterei anche di una notiziola positiva ma, gira che ti rigira, le cose da raccontare non sono mai piacevoli. Che peccato!

E pensare che le occasioni per raccontare eventi lieti non mancherebbero, se chi di dovere non facesse di tutto per vanificarne i buoni propositi.

Per esempio avremmo potuto dare la notizia del ripristino del servizio farmaceutico a Raviscanina. Sarebbe stato possibile, infatti, aprire un "armadietto farmaceutico" nel nostro paese. Ma andiamo per ordine.

Cos'è un armadietto farmaceutico?
L'armadietto farmaceutico, più propriamente definito come dispensario farmaceutico, è una struttura preposta alla distribuzione di medicinali generici e di pronto soccorso. Una sorta di filiale della farmacia più vicina dove il cittadino può acquistare i farmaci più comuni senza doversi per forza spostare in macchina.

Di fronte a questa prospettiva, la farmacia di S.Angelo d'Alife si è mostrata disponibile sin da subito ad attivare il dispensario farmaceutico a Raviscanina, ma pare che qualcuno (indovinate un po' chi è), dopo un abboccamento iniziale, abbia rotto bruscamente le trattative.

Questa però non è stata l'unica possibilità. Infatti, per cercare una soluzione ragionevole a tale situazione vergognosa, si è mosso anche il titolare della farmacia di Ailano, nonché presidente di Federfarma Caserta, dott. Vincenzo De Lucia. Questi ha riproposto al sindaco (toh, l'ho detto...) la soluzione dell'armadietto farmaceutico, descrivendola come l'unica realmente praticabile allo stato delle cose. Purtroppo, neanche il presidente di Federfarma riesce a convincere il nostro Ermanno che rifiuta ancora l'accordo, incurante delle esigenze della cittadinanza che, ahimè, rappresenta.

Ma come giustifica il sindaco tutto questo? Mettetevi comodi, perché questa fa ridere. Il sindaco ha fatto sapere di avere un progetto più ampio. Lui vuole, udite udite, esercitare un diritto di prelazione rilevando la farmacia che diventerebbe quindi comunale, e assumere, oltre al farmacista, un dipendente.

Io non so questo signore con chi crede di parlare, ma questa penso non la bevano nemmeno i suoi lacchè più spudorati. Come può un comune indebitato come il nostro permettersi a) la liquidazione salatissima alla precedente gestione b) il fitto del locale c) gli stipendi del farmacista e del dipendente? Dove prende i soldi?
Ovviamente la carta che stanno cercando di giocare è molto chiara. Anche perché è sempre la stessa da vent'anni.
Il sindaco sa bene che i soldi per l'apertura di questa farmacia non ci sono nè mai ci saranno, ma ha bisogno di questa mancanza in sede di campagna elettorale. Prometterà la farmacia, probabilmente parlerà di quel posto di lavoro da dipendente (per cui si scanneranno i soliti leccapiedi che credono ancora, dopo vent'anni, ai posti piovuti dal cielo) e si proclamerà come un risolutore.

Dunque, il sindaco è un corresponsabile della vergognosa chiusura della farmacia a Raviscanina, rifiuta ripetutamente le uniche soluzioni realistiche propostegli da Sant'Angelo e Ailano salvo poi indossare i panni dell'uomo della provvidenza promettendo un provvedimento assurdo e quindi inapplicabile.

Vorrei chiudere con un aforisma di Abramo Lincoln che ritengo pertinente con quanto scritto fino ad ora: "potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per tutto il tempo, ma non potete ingannare tutti per tutto il tempo".


GioV.